La psicologia del ventesimo secolo ha intrapreso diversi sentieri nel tentativo di trovare una propria dimensione; da un lato lo studio dell’essere umano come unico e irripetibile, e dall’altro il meccanicismo e la ripetitività geometrica.

La Bioenergetica rientra nel paradigma trasformazionale e nella psicologia somatica, che attraverso un processo di ristrutturazione creativa porta cambiamenti al carattere umano.

Dobbiamo a W. Reich, brillante allievo di Freud, la stesura delle prime mappe cognitive ad orientamento psicosomatico e la formalizzazione del concetto di carattere in termini scientifici e funzionali.

Con S. Freud nasce lo sviluppo dei concetti Bioenergetici; iniziò la sua carriera applicando l’ipnosi per arrivare all’interpretazione dei sogni, che all’epoca era territorio degli esoteristi, elevandola a scienza.

Pensò di aver individuato la strada maestra per l’inconscio e l’eliminazione del sintomo, ma non era così, perché nonostante si individuassero i cardini, il paziente si comportava come se non sapesse nulla in più di prima.

Definì questo processo definito “resistenza”, e da qui si aprirono due strade di intervento, una pessimista che portò Freud a parlare di istinto di morte e una ottimista che nacque con Reich, nel 1924, che lo portò all’osservazione di fenomeni fisiologici, emotivi e psicosomatici quando il paziente veniva portato nel punto di resistenza.

Freud poté leggere la memoria inconscia, i pensieri e i desideri rimossi attraverso l’analisi dei sogni e le libere associazioni, mentre Reich riuscì a leggere l’espressione psichica dell’individuo, il suo essere nel mondo, e scoprì che l’integrità individuale originaria, patrimonio di ogni essere umano, si scinde in seguito ad eventi traumatici e carenze prolungate, nei due versanti complementari della psiche e del corpo, perché nella sua ricerca del piacere, l’organismo umano indirizza lo stress laddove più facilmente lo può contenere, e comincia qui l’analisi del carattere.

Nel 1952, dopo anni di terapia con Reich e, come terapeuta reichiano, A.Lowen intuì per la prima volta, come ampliare e modificare la sua tecnica.

Nacque un nuovo approccio psicosomatico: l’Analisi Bioenergetica, che integrava il lavoro di Reich, inserendo il concetto di grounding (reggersi sulle proprie gambe).

Pur rimanendo un convinto utilizzatore del linguaggio verbale, Reich prestò una crescente attenzione al linguaggio del corpo, soprattutto nella fase di resistenza del paziente dove avvenivano reazioni emotive e fisiologiche, rinunciando a ogni manierismo precedente.

Ciò è in perfetta sintonia con i processi di scarica emozionale che la psicanalisi si sforzava di ottenere al di là delle resistenze.

La sua ipotesi psicosomatica divenne sempre più raffinata studiando come un certo insieme di tensioni muscolari indicasse anche un preciso atteggiamento psichico rispetto alla vita.

La formulazione reichiana dell’identità funzionale tra tensione muscolare e blocco emozionale fu una delle grande intuizioni che hanno influenzato l’approccio al corpo di molti terapeuti.

Se il disturbo psichico contiene il significato o lo scopo della repressione, la rigidità muscolare ne spiega il modo di agire.

La somma totale delle tensioni muscolari viste come unità, il modo di muoversi e agire, costituiscono l’espressione corporea dell’organismo, che è il complesso somatico dell’espressione emozionale tipica, che a livello psichico, si definisce come carattere.

Se si accetta l’unità funzionale del carattere e del modello di rigidità muscolare, allora, diventa importante trovare il principio comune, che risulta essere il concetto dei processi energetici.

Per Freud, in ogni individuo c’è un’organizzazione coerente dei processi mentali che chiamiamo “Io”.

Questo comprende la consapevolezza, che controlla gli approcci alla motilità, cioè come ci esprimiamo verso il mondo esterno; è la parte intuitiva della mente, che regola tutti i suoi processi logici e costitutivi.

Per comprendere la base somatica della psicologia dell’Io dobbiamo considerare i fattori quantitativi; nel regno somatico le cose sono ciò che sembrano, e le energie si possono misurare in base ai movimenti che producono.

L’Io è un processo psichico e somatico solo di superficie, mentre l’Es è collegato ai processi che avvengono in profondità, anche nel cervello (anatomicamente).

Io e super Io sono una categoria di processi psichici, e agiscono per controllare gli impulsi attraverso l’apparato muscolare.

Gli impulsi sono le pulsioni, anche le più elementari, come fame, sete, sessualità.

L’intero organismo contrappone cicli di carica-scarica a livello energetico e nel sistema neuro-vegetativo, e di conseguenza avremo più qualità di espressione nella vita.

Il principio della realtà, quando si contrappone al principio del piacere, richiede di accettare uno stato di tensione, e una manipolazione da una situazione esterna.

In cambio, il principio del piacere promette che tale azione comporterà un piacere maggiore o consentirà di evitare un dolore maggiore in futuro.

Durante questo intervallo si crea uno stato di tensione che perdura finché non arriva il momento adatto per il reflusso.

L’evoluzione sembra procedere attraverso un processo di condensazione e differenziazione.

L’evoluzione attraverso la crescita, lo sviluppo e la specializzazione hanno prodotto i seguenti miglioramenti: una marcata polarità nell’organizzazione del corpo, lo sviluppo di un sistema muscolare per facilitare il movimento e un sistema nervoso per coordinare le varie attività.

Lo schema del corpo presenta tre segmenti principali che sono la testa, il torace e il bacino e due restringimenti che sono il collo e la vita.

Questi restringimenti servono come fulcri intorno ai quali può prodursi una certa quantità di movimento.

I segmenti contratti sono zone di passaggio che accelerano il flusso dei liquidi corporei secondo leggi emodinamiche, in cui più facilmente possono verificarsi arresti o blocchi del flusso energetico.

Il grande bacino comprende ventre, natiche, organi uro-genitali e gambe e funziona come un condensatore elettrico, che si scarica quando raggiunge la sua massima capacità liberando la tensione.

Gli impulsi che si muovono verso l’alto, verso la testa, sono di qualità differente rispetto a quelli discendenti.

Quelli ascendenti, che sono istintuali e neurovegetativi, hanno la funzione di caricare l’organismo, mentre quelli in senso opposto mirano alla scarica.

L’organo che frena gli impulsi è il cervello; prima di raggiungere i nervi motori che controllano la scarica muscolare, l’impulso è soggetto a esame e censura delle zone sensoriali e associative, e, se la percezione o la memoria consigliano di trattenerla, non si produce scarica motoria.

Possiamo considerare bacino e testa come i due poli del “generatore”.

Questi due movimenti si collegano in un’unica pulsazione al centro del cuore, con i sentimenti che da lì nascono; i teneri sentimenti del cuore mettono in rapporto l’individuo con la carica e la scarica.

Bisogna distinguere la differenza tra il percorso del movimento e la stessa forza energetica, perché in realtà vi è una sola forza nell’organismo, e se le prime due non vanno d’accordo, si crea una scissione.

Nel caso degli istinti aggressivi attiva il sistema motore, diventando potenza per attivare il sistema muscolare, e quando l’energia viene dissociata dal movimento muscolare, perché la consapevolezza predomina sul bisogno di scaricare tramite il movimento, si proietta lungo la parte anteriore del corpo, verso il cuore, e l’espressione diventa vocale.

Il processo vivente nasce e vive grazie a questa mescolanza.

Quando si carica e scorre attraverso i muscoli volontari produce un movimento di aggressività (muoversi verso qualcosa); quando carica strutture morbide come la pelle o il sangue, produce sensazioni positive.

Ognuno di questi aspetti tende a situarsi topograficamente: la funzione motoria nella schiena e nelle gambe, quella sensoria nella parte anteriore del corpo e nelle mani.

Il movimento dell’energia dal basso verso l’alto è pendolare perché l’Io si deve bilanciare con l’Es.

La sicurezza emozionale non può essere scissa dalla questione della componente fisica..

In Analisi Bioenergetica la spina dorsale è molto importante, riflette la forza dell’Io; la rigidità, mentre aumenta la forza per sorreggersi, diminuisce la flessibilità, inoltre questi individui, spesso, provano dolore nella parte inferiore della schiena.

Questa rigidità non è evidente solo nella perdita di flessibilità, ma anche nella tensione dei muscoli lombari.

La respirazione non è analizzata indipendentemente dalla struttura totale, ma come uno degli aspetti della funzione dell’organismo.

La posizione e motilità delle spalle sono significative nella funzione dell’Io, quanto le gambe e il bacino lo sono per la sessualità; i disturbi del cingolo scapolare inibiscono la funzione respiratoria, o se i muscoli mascellari sono ipertrofici si produce un blocco del flusso energetico verso gli occhi.

La mascella è una struttura con molte similitudini al bacino; sono importanti quelle espressioni inconsce congelate nell’aspetto esteriore, che consideriamo carattere e di cui perdiamo consapevolezza.

Mentre il sintomo viene vissuto dal paziente come un elemento disturbante, il carattere è vissuto come naturale, come il proprio modo di essere nel mondo, come giusto, ovvio, morale e sano.

Nessuna relazione tra sintomo e carattere viene spontaneamente compresa dal paziente e, tantomeno, egli è in grado di vedere il sintomo quale risultato del suo modo di essere o di negarsi.

Reich chiamò la struttura difensiva del carattere armatura caratteriale, affinando le tecniche di lavoro sul corpo, perché ogni tensione contiene la storia e il significato della sua origine, il blocco emozionale.

Nel tempo individuò le modalità di formazione della corazza caratteriale nel blocco dell’energia vitale.

La stratificazione temporale dei blocchi disposti in segmenti anulari del corpo, segue un percorso dall’alto verso il basso.

Nel tempo si convinse di aver individuato, quello che la fisica moderna definisce “quanto di energia vitale”: l’orgone, la cui formulazione coincideva con il concetto orientale di prana e ki, riuscendo a sperimentare strumentalmente le variazioni bioelettriche che avvenivano nel processo terapeutico.

I tempi non ancora maturi e il suo dissociarsi dalla psicanalisi, lo misero nella posizione del “diverso” e vari colleghi cominciarono a sospettare di una sua pazzia, screditandolo all’interno del mondo scientifico, anche se nessuno seppe mai dire in cosa avesse torto.

Lowen si sforzò di dare rigore scientifico alle scoperte di Reich e proseguì portando maggiore attenzione all’integrazione psicoemotiva dell’Io e alla relazione dei tre livelli: cognitivo, emozionale e corporeo, con particolare attenzione alla struttura scheletrica e alla muscolatura volontaria.

Per Lowen sarà la respirazione ad assumere la centralità che Reich attribuiva alla sessualità, la cui osservazione, in molti casi, permette di analizzare la qualità del rapporto, di quella persona, con l’interiorizzazione della figura paterna e del maschile, dentro e fuori di sé.

Fondamentale sarà il grounding, come qualità nella condizione adulta, del fisiologico stare in piedi e muoversi nell’ambiente, stando sulle proprie gambe.

Il terreno è sempre interpretato come il simbolo della madre, e come una persona sta in piedi, ci può dire molto sul suo rapporto con la madre e il femminile e la sua sicurezza nell’affrontare la vita.