L’OMS –Organizzazione Mondiale della Sanità (meglio la traduzione della salute)si fa assertrice sin dal 1946 dell’ampiezza della connotazione del concetto di salute quando esprime “la salute è uno stato di completo benessere fisico,mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità. L’OMS chiede ai Governi di adoperarsi responsabilmente,attraverso un programma di educazione alla salute,per la promozione di uno stile di vita consono allo sviluppo di condizioni pratiche in grado di garantire ai cittadini un alto livello di benessere.

A questi principi aggiungiamo anche quanto affermato nella carta di Ottawa (documento redatto nel 1986 durante la prima conferenza internazionale della promozione della salute e precisamente che “grazie ad un buon livello di salute l’individuo e il gruppo devono essere in grado di identificare e sviluppare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni,modificare l’ambiente e di adattarvisi”.

In Italia abbiamo un esempio di disposizione legislativa nell’art. n.32 della Costituzione Italiana (1948) che sancisce “la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”. Accogliendo i principi dell’OMS nella legge di riforma 833/78 la quale, in fatto di promozione della salute definita chiaramente fisica e psichica, sottolinea l’importanza della prevenzione come supporto al benessere generale dell’individuo e sostiene inoltre la necessità di “formare una moderna coscienza di cura alla salute” su una base di una adeguata educazione del cittadino e della comunità.

E’ interessante, a questo proposito segnalare che, dallo stesso anno in poi si siano aperte in Italia altre ipotesi per il miglioramento della salute con nuove figure professionali quali gli operatori delle discipline bionaturali e della medicina complementare intendono raggiungere gli obiettivi prefissati ed auspicati dagli Organismi deputati.

Sempre in questa legge, inoltre, si sottolineava la priorità della prevenzione rispetto alla cura della malattia; si evidenzia anche un altro aspetto molto importante e cioè che la cura della salute deve avvenire non solo attraverso l’opera dei medici, che pur resta indispensabile, ma anche attraverso l’opera di altre figure professionali. Viene riconosciuta dunque a livello legislativo l’importanza del concorso di una pluralità di figure professionali a carattere multidisciplinare atte a mantenere la buona salute dell’individuo.

L’osteopatia è universalmente riconosciuta come medicina complementare, può essere definita anche come medicina olistica con componente manuale forte.

L’osteopatia come medicina complementare si distingue nettamente dalla medicina allopatica, rispetto la quale mantiene ferma la propria indipendenza filosofica, culturale e metodologica, evitando qualsiasi promiscuità professionale e formativa. L’osteopatia non è medicina integrata nel nostro sistema sanitario predominante.(segui esempio omeopatia).

L’osteopata è un operatore esperto che pratica quindi questa scienza, al fine di eliminare quelle disfunzioni somatiche che ostacolano i normali e naturali meccanismi che autoregolano e autogestiscono il corpo umano. L’osteopata individua e normalizza le disfunzioni somatiche delle strutture corporee con un esclusivo approccio manuale. Più semplicemente volendo l’osteopata raggiungere l’equilibrio fra struttura e funzione assiste la persona nel suo complesso ottimizzando il suo potenziale. L’osteopata agisce solo nell’ambito delle proprie competenze, si astiene dalla prescrizione e dalla somministrazione di terapie farmacologiche e dove necessario indirizza i soggetti alle figure sanitarie competenti attuando un approccio interdisciplinare adeguato al caso. L’osteopata si forma secondo un piano formativo stabilito da vari organi internazionali (WHO, OIA, FORE…).

Dall’esperienza possiamo affermare che è un operatore che meglio di altri comprende il valore di raggiungere un obiettivo prefissato, apre una strada, migliora realtà dissestate attraverso la consapevolezza che le relazioni interpersonali siano più articolate di una mera esecuzione prescritta. L’osteopata risulta una figura professionale complementare alle figure sanitarie. E’ a pieno titolo inserito nella Comunità scientifica internazionale.

Per quanto sopra descritto, quindi, questa figura risulta figura professione, depositaria di scienze proprie; ma non risulta inserita, come richiesto, nelle figure sanitarie della medicina predominante.